5. Paese che vai ... bevanda che trovi: "ULANZI"

Se vieni in Tanzania nelle regioni di Iringa, Mbeya ed anche di Songea, sugli altopiani al centro-sud del paese, durante il periodo delle piogge, ma anche dopo, e’ facile imbattersi in biciclette cariche di uno o due bidoni di plastica blu da 60 litri e da qualche tanica da venti litri l’una. Nelle discesce le vedi lanciate a tutta velocita’, che siano strade asfaltate o strade bianche. Nelle salite vedi le biciclette spinte anche da altri giovanotti che, gia’ al mattino aspettano nei punti cruciali il passaggio di questo prezioso liquido (ed in questo modo si fanno qualche soldo) che viene portato nei bar della zona.

Sono i trasportatori di ULANZI, una delle bevande locali di questa zona del Tanzania. In altre regioni non troverai ULANZI, ma eventualmente altri tipi di bevanda, molte fatte con le banane.

La bevanda di cui parliamo in pratica e’ la linfa di una telle tante specie di canna di bambu’ che si trova in gran quantita’ in queste zone degli altipiani del Paese. Se non vado errato il termine scientifico di questo bambu’ e’: oxitenanthera abyssinica.


Quando il fusto della pianta e’ ancora giovane viene tagliato obliquamente, ad un’altezza di circa un metro da terra, vi viene appesa la ”mbeta”, un contenitore ricavato da un altro bambu', e pian piano la bevanda sgorga dal tronco tagliato e si riversa nella “mbeta”.

La bevanda che se ne ricava, senza l'aggiunta di nessun altro trattamento, e’ dolce al palato, di basso tasso alcolico, e di un colore chiaro e schiumoso. Si potrebbe dire che assomiglia al mosto: non e’ fermentata, anzi, dopo la fermentazione diventa aceto: sulle nostre tavole, qui in Tanzania, a volte puoi trovare l’aceto di ULANZI anche se non e’ certamente uguale all’aceto d’uva.

Se bevuto in grande quantita’ l’ULANZI porta all’ubriacatura.


Normalmente non viene tenuto in bottiglie, ma in secchi di plastica e viene bevuto non in bicchieri ma in recipienti anch'essi di plastica chiamati ‘lita’ – perche’ normalmente hanno la capacita' di un litro – sorseggiando dallo stesso recipiente che viene passato da una persona all’altra.


In passato, proprio perche’ si beveva dallo stesso recipiente passandoselo l’un l’altro, era segno di amicizia e vicinanza, di pace ritrovata e di condivisione. Io stesso, anni addietro, usavo l’ULANZI per suggellare la pace fatta tra persone che precedentemente non andavano per nulla d’accordo tra di loro. Questo avveniva dopo esserci seduti attorno ad un tavolo per ritrovare il bandolo della matassa e riprendere nuovamente un rapporto di vicinanza e di pace.


Da quello che raccontano gli anziani e che a loro volta hanno sentito dai loro nonni, si dice che per la prima volta fu un topolino a scoprire la bonta’ dell’ULANZI. In cerca di cibo e rosicchiando con i suoi denti una pianticina di bambu’ si accorse che usciva del liquido dolce al palato. E da allora, ogni giorno ritornava con altri topi ad abbeverarsi di questo liquido dolce che attirava anche le api e tantissimi altri insetti.

E fu cosi’ che anche l’uomo, preso dalla curiosita’, volle assaggiare questa bevanda. Trovandola dolce e dissetante comincio’ a pensare al modo per procurarsela e poterla utilizzare come bevanda.

Questa e’ la leggenda sull’origine dell’ULANZI. Sta di fatto che specialmente per gli anziani dei paesi e dei villaggi diventa la bevanda principale nel periodo delle piogge. Ed e’ anche un commercio che da’ da vivere a molte persone, cominciando dalle donne, che’ normalente sono loro a preparare e raccogliere l’ULANZI.

Le piantagioni di bambu’ dalle quali si ricava l’ULANZI – possono essere piante singole o anche decine di bambu’ - sono ben tenute, ben coltivate, e tenute in gran considerazione.

Nel 1985 - mi trovavo sulle montagne dell’ Ukinga nella missione di Kisinga, il freddo fu particolarmente intenso ed in una zona a 2.300 metri di altezza dove i bambu’ da ulanzi erano centinaia, tutte le piantagioni si gelarono e seccarono: ricordo che tutti, ma specialmente gli anziani, ritennero l’accaduto come una calamita’ nazionale che non doveva senz’altro ripetersi. Eh si’, perche’ nella stagione successiva delle piogge l’ULANZI non era reperibile e si dovette iniziare nuovamente a piantarlo!!


L’ULANZI puo’ venire raccolte tre volte nell’arco della giornata:

* Al mattino presto: la bevanda che si ricava dal bambu’ e’ molto dolce e non tanto alcolica.

* Verso mezzogiorno si ritorna e si ritaglia di nuovo, obliquamente, la parte secca del bambu’ gia’ tagliato al mattino, affinche’ la linfa continui a scorrere nella ‘mbeta’, il raccoglitore fatto di bambu’.

* L’ULANZI si puo’ raccogliere anche alla sera, nel tardo pomeriggio, ed allora la bevanda sara’ piu’ alcolica per via del caldo del sole.

Per avere un ULANZI di buona qualita’ che attira gli avventori, viene mescolato quello raccolto al mattino a quello raccolto nel tardo pomeriggio.


Questa bevanda la si puo’ trovare in abbondanza specialmente durante il periodo delle piogge – da novembre ad aprile-maggio, dipende dai posti – e poi diminuisce lentamente in quantita’ quando finiscono le piogge. Ci sono delle zone fredde, in montagna, dove lo si puo’ trovare per tutto l’anno, come ad esempio nella zona di Kitulo, in provincia di Makete, alta piu’ di 2.500 metri.


Non e’ una bevanda che si possa conservare a lungo. Anzi, normalmente viene bevuta il giorno in cui si raccoglie oppure il giorno successivo. Dopo di che diventa acidula e pian piano si trasforma in aceto.



Nella foto si vedono tre ‘mbeta’ attaccate all’estremita’ superiore della canna di bambu’ tagliata per fare uscire la linfa, l’ULANZI. (Foto: R. Villa)


Una ‘mbeta’, il raccoglitore dell’ULANZI fatto con un’altra canna di bambu’, pronta per raccogliere l’ULANZI. La sua parte superiore e’ coperta con foglie di bambu’ per evitare che le api attirate dalla linfa "sporchino" la bevanda. (Foto: R. Villa)


Una “Mbeta”, il raccoglitore dell’ULANZI, gia’ pieno della bevanda schiumosa. Questo e’ l’ULANZI raccolto al mattino. (Foto: R. Villa)


Due “mbeta”, i raccoglitori, sono gia’ pronti per raccogliere l’ULANZI. A destra si nota una nuova piantina di bambu’ gia’ pronta e tagliata per appendervi la “mbeta”.(Foto: R. Villa)


Questa ragazza prepara un bambu’ per un’altra raccolta della bevanda: elimina la sottile parte secca del tronco tagliandola trasversalmente in modo che la bevanda continui a sgorgare dalla pianta. Questo porta al secondo raccolto della giornata. (foto: M. De Losa)


Questa mamma col bambino torna a casa portando sulla testa pezzi di bambu’ lunghi circa 50 cm. che adattera’ per diventare “mbeta”, i raccoglitori dell’ULANZI. (Foto: M. Galvagni)


Con 180 litri di ULANZI, la bicicletta lo porta nei bar di Makambako. Certe mattine si contano anche venti o trenta biciclette come l’ultima della foto, che corrono verso la cit

1 commento:

Patty ha detto...

Molto interessante, io ho assaggiato credo la stessa bevanda a Marsa Alam e a Marrakesh.
Mi chiedevo se fosse fattibile la coltivazione di questo tipo di bambù nella Svizzera del Sud (al confine con l'italia) oppure importare la bevanda. Ma da quanto letto bisogna berla quasi subito in quanto se si attende diverrebbe aceto. Lei saprebbe darmi ulteriori informazioni? La ringrazio molto! E complimenti per il blog.