3. Makambako: i primi sviluppi

I pochi anziani originari di Makambako si ricordano che fin verso la metà del secolo scorso questa zona era poco popolata, era una zona dove si potevano vedere ed anche cacciare animali selvatici come le gazzelle ed i dickdic. E non lontano da Makambako, nella brughiera, si potevano incontrare anche gli elefanti.

Lo sviluppo attuale e l’incremento della popolazione, sempre maggiore nel tempo, ebbe inizio specialmente dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, quando Makambako divenne uno dei grandi cantieri per la costruzione della linea ferroviaria chiamata TAZARA (Tanzania Zambya Railway).

Questa ferrovia, costruita dai Cinesi ed inaugurata nel 1975, collega lo Zambia, che non ha sbocco sul mare, con Dar es Salaam, la capitale del Tanzania che si trova sull’Oceano Indiano e che e’ uno dei principali porti africani su questo oceano.

Altro impulso allo sviluppo ed all’incremento demografico della zona fu dato, sempre in quegli anni,

dalla sistemazione ed asfaltatura della strada che da Dar es Salaam, passando per Morogoro, il parco nazionale di Mikumi ed Iringa, arrivava a Mbeya per poi proseguire fino in Zambia. Era, questa, parte della grande direttrice transafricana che dal nord dell’Africa arrivava fino al Sudafrica.

Inoltre, proprio a Makambako si trovava il bivio che dalla direttrice stradale est - ovest (Costa dell’Oceano - Zambia), portava nel sud del Paese. In pratica era l’unica strada che collegava il sud del Paese al resto del Tanzania.

Sempre più, quindi, Makambako divento’ posto di smistamento e di passaggio per merci e persone.


(“Sokoni” il Mercato. Foto: p. Remo Villa)

Come conseguenza, molta gente fu attirata dalla possibilità di impiantare attività inerenti al movimento ed alla posizione geografica favorevole.

Fin dagli inizi del secolo scorso, nelle citta’ e nei paesi dove c’erano stazioni dei pullman, la religione islamica fu facilitata nella sua espansione. Così fu anche per Makambako, posto di passaggio, dove l'Islam arrivò prima delle varie confessioni cristiane. Vi fu portato da un certo Fashel Mlad, nato in Tanzania ma originario di una etnia asiatica. Ancora oggi si può vedere la casa dove visse, e la prima moschea costruita a Makambako sulla strada statale di allora, ora via interna della citta’.


(Prima Moschea costruita a Makambako. Foto: p. Remo Villa)

L’invito alla gente ad aderire all’Islam, in quel periodo era molto debole in questa zona: infatti vi aderirono solo alcuni clan.

Uno degli anziani del posto, un certo Mwanzali Gadau, capo locale e persona influente, proibì categoricamente alla sua famiglia di aderirvi. Le sue figlie ancora oggi si ricordano della disposizione data loro dal padre: “Sitaki wanangu kuingia Uislamu. Tusubiri jua!” cioè: “Non voglio che i miei figli aderiscano all’Islam. Aspettiamo il sole, la luce!”


(Nel Cimitero con le tre figlie di Gadau e il Sig. Michael M. Kayombo, sulla tomba di Mwanzali Gadau. Foto: p. Remo Villa)

Senza dubbio la notizia del buon lavoro che i Missionari della Consolata stavano facendo in una missione non lontana da Makambako, era arrivata all’orecchio di molti, ed anche del Signor Gadau, il quale aspettava quindi che questi missionari si facessero vivi pure a Makambako.

(P. Giuseppe Bargetto, primo Parroco di Makambako)

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